NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#321 Messaggio da leggere da desertstorm » sabato 26 gennaio 2013, 8:51

news n° 174

La lebbra trasforma cellule nervose in muscolari

IL MYCOBACTERIUM LEPRAE È IN GRADO DI RIPROGRAMMARE LA CELLULA NERVOSA MATURA PORTANDOLA IN UNA CONDIZIONE DI INDIFFERENZIAZIONE PRIMA CHE QUESTE NEO-STAMINALI SI TRASFORMINO IN MUSCOLI



Il meccanismo biologico è inedito e stupisce il mondo della ricerca: il batterio responsabile della lebbra è in grado di far regredire i nervi per trasformarli in cellule staminali. Indifferenziate ma infette, esse sono trasformate in cellule muscolari o in ammassi complessi. Questa notevole scoperta, realizzata da una équipe europea, è dettagliata nell'ultimo numero della rivista "Cell".

Gli scienziati non hanno mai sottostimato il bacillo della lebbra (Mycobacterium leprae) che si comporta nell'organismo come un vero "infiltrato", trovando spazio nelle cellule responsabili dell'isolamento dei nervi, divenendo così pressocchè invisibile al sistema immunitario. Le cellule infettate sono distrutte dai globuli bianchi, dove la lebbra si insedia diffondendosi in tutto l'organismo.
La lebbra è una malattia infettiva cronica che colpisce i nervi periferici, la pelle e i muscoli, provocando lesioni gravi.
Caratteristiche che però si annullano se comparate all'inedito fenomeno rilevato da una équipe di ricercatori dell'Università di Edimburgo su alcune cellule nervose di topi infettati.

Una riprogrammazione cellulare
Influenzando chimicamente la cellula nervosa matura dove hanno trovato ospitalità, i batteri sono giunti a influenzare il suo sviluppo.

Si tratta letteralmente di una riprogrammazione delle funzioni iniziali della cellula, che la porta a perdere tutto ciò che la caratterizza.
Al termine della riprogrammazione, l'ex-cellula nervosa possiede tutti i tratti comuni delle cellule staminali, anche quelli di evolversi nei numerosi tessuti connettivi: osso, cartilagine, muscolatura liscia, cellule che trattengono i grassi.
Queste cellule possiedono due altre proprietà di cui la lebbra ne approfitta: possono migrare con grande facilità, e, siccome esse derivano dallo stesso organismo, non innescano nessuna reazione immunitaria mentre di propagano o differenziano. I ricercatori hanno rilevato che il bacillo stimola attivamente i fattori immunitari che assicurano la protezione della cellula.
Nel corso dei loro lavori, i ricercatori scozzesi hanno osservato due vie di differenziazione privilegiate per queste cellule staminali. In una i bacilli hanno un ruolo molto attivo, perchè forzano la trasformazione delle cellule in tessuti connettivi. La muscolatura scheletrica e quella liscia che si sviluppano sono, ovviamente, infettate dal batterio. Il processo per il quale la lebbra orienta questo sviluppo non è ancora ben compreso.
Seguendo un percorso diverso, altre colonie di neo-cellule staminali infettate si trasformano in un mucchio cellulare in grado di produrre globuli bianchi.. perfettamente in grado di veicolare il bacillo e infiltrare i tessuti secondo l'abituale processo di invasione.

Una competenza inedita
Questa attitudine di un batterio di far regredire il proprio ospite in una cellula indifferenziata, non era mai stata individuata in precedenza.
Per realizzare questo passaggio biologico, il bacillo della lebbra altera l'espressione dei geni assicurando lo sviluppo del suo ospite. Molto progressivamente, i componenti specifici della cellula cessano di essere mantenuti, si degradano e muoiono. La parte del codice genetico che assicura le funzioni di sviluppo è, parallelamente, sollecitata.
Notevoli le prospettive di questa scoperta. Sicuramente costituisce un giro di boa nella comprensione della malattia a cui è associata. Ma rivela anche un modo di produzione inedito per le cellule staminali.


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FONTE
Toshihiro Masaki, Jinrong Qu, Anura Rambukkana et al. "Reprogramming Adult Schwann Cells to Stem Cell-like Cells by Leprosy Bacilli Promotes Dissemination of Infection". Cell (2013).

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#322 Messaggio da leggere da enzolin » domenica 27 gennaio 2013, 14:57

Veramente una gran notizia!

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#323 Messaggio da leggere da drillo65 » domenica 27 gennaio 2013, 20:39

In che senso?
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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#324 Messaggio da leggere da enzolin » martedì 29 gennaio 2013, 0:32

drillo65 ha scritto:In che senso?
Nel senso che è stata aperta un'altra via di ricerca per la creazione di cellule staminali.

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#325 Messaggio da leggere da drillo65 » martedì 29 gennaio 2013, 10:04

La scoperta ha delle implicazioni notevoli,tutte da scoprire....

Non è però la via da seguire per la creazione di staminali,non sarebbe conveniente,anzi,
le cellule nervose sono le più preziose che abbiamo all' interno dell'organismo,poichè non si replicano
e rigenerano una volta distrutte,e sicuramente "bruciarle" per creare staminali è un contro senso.
Sarebbe eccezionale riuscire a seguire la via al contrario,cioè riuscire a ricreare cellune nervose
nuove a partire magari dalle cellule muscolari o similia.
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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#326 Messaggio da leggere da desertstorm » mercoledì 6 febbraio 2013, 7:31

news n° 175

Test positivi su un virus herpes modificato
"Uccide le cellule tumorali e non le sane"

Su Plos Pathogens il passo avanti dello studio dell'università di Bologna: la verifica sui topi ha dimostrato che la capacità selettiva e l'efficacia del virus permangono anche quando somministrato per via generale, non solo quando iniettato nel tumore. Speranze per il cancro al seno e all'ovaio

[/b][/color]





BOLOGNA - Un nuovo studio dell'Università di Bologna, simulando metodi di cura più vicini alla pratica clinica, ha confermato l'efficacia della terapia basata su un virus che uccide selettivamente i tumori. La ricerca, pubblicata sulla rivista PLoS Pathogens, dimostra che un particolare virus herpes, selettivamente programmato per uccidere le cellule tumorali, non è efficace solo quando viene iniettato all'interno del tumore in condizioni di laboratorio, ma anche quando viene somministrato per via generale.

Nel nuovo studio, finanziato anche dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, la terapia è stata diffusa per via sistemica, per somministrazione intraperitoneale, quindi in condizioni operative clinicamente più realistiche. Il risultato rappresenta un ulteriore passo verso lo sviluppo di nuove terapie contro le metastasi per la cura dei pazienti colpiti da tumori del seno e dell'ovaio.

Due gruppi di ricerca dei Dipartimenti di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale e di Farmacia e Biotecnologie dell'Università di Bologna - spiega una nota dell'ateneo bolognese - lavorano da anni a questa terapia innovativa. Nel 2009, i ricercatori guidati da Gabriella Campadelli-Fiume, avevano ideato un virus derivato da quello dell'herpes, programmato per entrare selettivamente nelle cellule tumorali. Il virus modificato non aggredisce le cellule normali e non provoca quindi le classiche lesioni erpetiche alle labbra, ma è capace di riconoscere e distruggere i tumori del seno e dell'ovaio che presentano uno specifico marcatore (HER-2). Una patologia di cui ogni anno in Italia si riscontrano 42mila nuovi casi, con oltre 10mila mortali.

"Molti scienziati nel mondo - spiega Gabriella Campadelli-Fiume - stanno cercando di produrre virus oncolitici, cioè che distruggono le cellule tumorali. Spesso le modificazioni operate, che rendono l'agente virale innocuo per l'organismo ospite, lo rendono anche scarsamente aggressivo nei confronti del tumore e quindi, dal punto di vista terapeutico, poco efficace. Noi siamo i primi a essere riusciti a ottenere un virus herpes riprogrammato in grado di colpire le cellule tumorali con marcatore HER-2, senza infettare le altre cellule sane, indirizzando così tutta la sua capacità distruttiva solo sulle cellule malate".

I nuovi studi hanno dimostrato che il virus modificato può curare topi di laboratorio portatori di metastasi di tumori umani all'interno dell'addome. Per farlo è stato messo a punto un modello murino (la cavia utilizzata per gli esperimenti) portatore di tali neoplasie che è stato usato per dimostrare l'efficacia del virus riprogrammato.
Alla realizzazione del modello ha lavorato un team guidato da Pier Luigi Lollini in collaborazione con l'Istituto Rizzoli di Bologna. "E' difficile studiare in laboratorio la diffusione metastatica dei tumori umani - sottolinea Lollini - , per questo abbiamo sviluppato un sistema-modello che riproduce nei topi la diffusione metastatica dei tumori dell'ovaio e del seno, consentendoci di testare nuove terapie antitumorali in condizioni che rispecchiano quelle umane".

Per il futuro, l'obiettivo è arrivare alla fase di sperimentazione preclinica e proprio per questo gli studiosi sono alla ricerca di ulteriori finanziamenti.
___________________________________________
FONTE:
Plospathogen journal - Per chi vuole approfondire:

http://www.plospathogens.org/article/in ... B0AEB236A3

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#327 Messaggio da leggere da desertstorm » martedì 12 febbraio 2013, 8:00

news n° 176

Scoperta una molecola che causa l'apoptosi in cellule tumorali

L'AZIONE DELLA MOLECOLA TIC10, CON L'ATTIVAZIONE DELLA PROTEINA TRAIL, È ATTIVA ANCHE SU TUMORI AL CERVELLO, SENO E POLMONE

[/size][/b]

Identificata la molecola TIC10 che riesce a causare la morte cellulare nei tumori, portando alla distruzione del cancro.
In una serie di esperimenti in topi i ricercatori della Pennsylvania State University hanno trovato che l'azione di TIC10 attiva il gene per la proteina TRAIL che causa l'apoptosi delle cellule tumorali.
Wafik El-Deiry, uno dei ricercatori spiega che "TRAIL è una parte del nostro sistema immunitario: tutto noi che abbiamo un sistema immunitario funzionante usano questa molecola per impedire la formazione o la diffusione dei tumori, senza tossicità come in una chemioterapia".
Esperimenti hanno mostrato l'evidenza che TIC10 funziona con un ampio tipo di tumori compreso quello polmonare, ai linfonodi al colon ed al seno. Sebbene la proteina TRAIL è stata già studiata in passato, non è mai stato sfruttato con successo il suo comportamento - cosa che i ricercatori imputano alle piccole dimensioni della molecola TIC10.
L'articolo di Nature spiega che "sembra che TIC10 attivi il gene TRAIL non solo nelle cellule cancerose, ma anche in quelle sane.

Questo causa un potenziale enorme creando una "fascia di protezione" nel quale l'apoptosi, la morte cellulare, viene indotta nelle cellule tumorali immediatamente vicine a quelle sane. Le cellule sane sono anche stimolate nell'incrementare la quantità di recettori TRAIL sulla loro membrana. Questi recettori si possono legare alle adiacenti cellule tumorali innescando la loro scomparsa."
Di certo questi test iniziali fatti nei topi vanno ora verificati anche su altri organismi, uomo compreso. E' infatti il prossimo step: avviare una sperimentazione sull'uomo.




____________________________________________________________________-
FONTE:
Science Translational Medicine. (02/2013)

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#328 Messaggio da leggere da drillo65 » giovedì 28 febbraio 2013, 18:26

E questa non è una bella news,ma che dà da riflettere.....

http://www.corriere.it/esteri/13_febbra ... 1fe2.shtml
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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#329 Messaggio da leggere da palla » giovedì 28 febbraio 2013, 20:03

drillo65 ha scritto:E questa non è una bella news,ma che dà da riflettere.....

http://www.corriere.it/esteri/13_febbra ... 1fe2.shtml
Gia', purtroppo anche le case farmaceutiche hanno sospeso le forniture inclusi i farmaci antitumorali che sono ora disponibili, solo a pagamento, nelle farmacie greche. Provate a pensare di fare una terapia antitumorale da diverse migliaia di euro al mese e dovervele comprare.....

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#330 Messaggio da leggere da desertstorm » giovedì 28 febbraio 2013, 20:22

Drillo la riporto integralmente, cosi se tolgono il link l'informazione resta comunque nel forum :)

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news n° 177

Atene non riesce a pagare i conti,
la Svizzera taglia le forniture di sangue
La Croce Rossa elvetica aspetta dalla Grecia più di 4 milioni di euro per le sacche di plasma inviate




Sacche di sangue (Ap Photo/Green)
Quando si dice che la crisi non guarda in faccia a nessuno, l’espressione va intesa nel suo significato più crudo. A causa dei debiti che si vanno accumulando, la Croce Rossa Svizzera ha deciso di tagliare le fornitura di sangue alla Grecia, dove l’alta incidenza di casi di anemia – unita a una scarsa diffusione delle donazioni – costringe da anni il governo di Atene a importare anche le sacche di plasma. La drastica decisione è stata comunicata due giorni fa da Rudolf Schwabe, direttore delle donazioni internazionali per la Croce Rossa. «Non si è trattato di una decisione facile, ma i mancati pagamenti non erano più sostenibili», ha detto il dirigente all’agenzia di stampa Swissinfo.
PIU' DI 3 MILIONI DI EURO DA INCASSARE - La fornitura di sangue, secondo quanto si è appreso non cesserà con effetto immediato: verrà diminuita a partire dal prossimo anno e cesserà del tutto nel 2020 se nel frattempo non sarà saldato il conto. I mancati pagamenti di Atene alla Croce Rossa elvetica ammontano a circa 5 milioni di franchi, vale a dire poco più di 4 milioni di euro. La Grecia importa dalla Confederazione circa 30 mila sacche di plasma l’anno, corrispondenti al 10% circa delle donazioni effettuate da Berna. «I costi da noi sostenuti e di cui sollecitiamo il pagamento – ha specificato Schwabe – riguardano la conservazione, il trasporto, le spese di laboratorio e quelle amministrative; il sangue, sia ben chiaro, viene offerto gratuitamente».

PARTNER UNICO - Dagli anni ’70 il paese ellenico deve fare fronte alle sue esigenze sanitarie importando sangue e il partner per questo singolare mercato è esclusivamente la Svizzera. Quest’ultima ha deciso di compensare il mancato invio delle sacche sostenendo una campagna in loco che incentivi le donazioni. E che agevoli la formazione di personale specializzato. Secondo gli esperti il problema si trascina da anni ma da un lato non era possibile cessare di punto in bianco l’import di sangue, dall’altro non era realistico pensare che il debito di 5 milioni di franchi venisse saldato nel breve periodo senza correre il rischio (è il caso di dirlo) di dissanguare ulteriormente le finanze del martoriato Paese. Per questa ragione è stata scelta una soluzione graduale ma che comunque rischia di mettere con le spalle al muro migliaia di malati di patologie gravi.

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Fonte: Corriere della sera

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#331 Messaggio da leggere da desertstorm » lunedì 11 marzo 2013, 9:58

News n° 178

Come riprogrammare le cellule staminali

TROVATO CHE POLYCOMB È IL MECCANISMO DI RIPROGRAMMAZIONE CELLULARE CHE PERMETTE A CELLULE ADULTE DI DIVENTARE STAMINALI IPS

[/b]


Sono passati quasi sette anni da quando Shinya Yamanaka, Premio Nobel 2012, dimostrava che le cellule della pelle potevano essere riprogrammate in laboratorio per diventare del tutto simili a cellule staminali embrionali. La scoperta delle cellule staminali pluripotente indotte (IPS) preannunciava di rivoluzionare la medicina moderna: qualunque tessuto lesionato sarebbe potuto essere finalmente ricostruito a partire dalla pelle dello stesso paziente e trapiantato dunque senza alcun problema di rigetto. Ma ancora oggi diverse domande restano aperte: come fare per generare in vitro, a partire dalle cellule IPS, tessuti e in un futuro anche organi che siano funzionanti e sicuri? A che stadio della loro maturazione possiamo già ora usare le cellule IPS per studiare le malattie umane in vitro e avvicinarci dunque sempre di più all'unicità di ciascun paziente? Domande che a loro volta ne presuppongono una fondamentale e cioè quali siano i meccanismi molecolari che garantiscono una completa riprogrammazione della cellula differenziata. È a quest'ultima domanda che hanno risposto Casola e Testa con uno studio apparso oggi sulla rivista scientifica PLoS Genetics.

Riprogrammare le cellule in laboratorio significa disattivare i geni specifici della cellula differenziata, quelli che le attribuiscono una funzione specializzata all'interno dell'organismo, e condurla quindi allo stadio di cellula staminale pluripotente in grado di assumere una nuova identità. Per questo è necessario resettare completamente il programma genetico attivando i geni necessari all'acquisizione di una nuova specializzazione. Dei circa 25.000 geni presenti nelle cellule umane infatti solo una piccola parte è espressa ed è proprio la combinazione dei geni accesi e spenti che determina l'identità di ogni singola cellula e ne costituisce l'impronta "digitale", la carta d'identità. I meccanismi che regolano il differenziamento cellulare e ne consentono, di conseguenza, la riprogrammazione dipendono da particolari proteine che agiscono come interruttori molecolari, controllando contemporaneamente l'attività di migliaia di geni. Uno di questi interruttori è Polycomb, un gruppo di proteine che agisce silenziando oltre 6000 geni e il cui coinvolgimento nella formazione di tumori è stato ampiamente dimostrato. Difetti nella regolazione di Polycomb sono infatti comuni in molte patologie, dai tumori come i linfomi, il cancro della prostata, cervello e mammella alle malattie genetiche come la sindrome di Kabuki e ad alcune forme di ritardo mentale.

La novità che emerge dalla ricerca pubblicata da Casola e Testa è che Polycomb, oltre a svolgere un ruolo da protagonista nel differenziamento e nella tumorigenesi, è assolutamente indispensabile anche nel processo di riprogrammazione delle cellule. Inattivando migliaia di geni simultaneamente, Polycomb funziona infatti da interruttore di identità cellulare, "permettendo" la transizione da cellula differenziata a staminale. "Tramite un'analisi funzionale condotta sull'intero genoma abbiamo scoperto che i circa 6000 geni regolati da Polycomb non sono tutti ugualmente importanti nel processo di riprogrammazione. È solo uno specifico sottogruppo che deve essere spento per garantire che una cellula matura torni a uno stato indifferenziato. Senza questi geni chiave (una sorta di "core business della cellula") non è possibile generare cellule staminali da cellule della pelle" commenta Casola, direttore del gruppo di ricerca IFOM di Immunologia molecolare e biologia dei linfomi.



"Questa scoperta rappresenta un importante contributo per la ricerca sulle cellule staminali. Le sue ricadute però non si limitano esclusivamente all'area della medicina rigenerativa" ci tiene a precisare Testa, che in IEO coordina il programma di ricerca Epigenetica delle cellule staminali, "Adesso che abbiamo identificato i geni chiave controllati da Polycomb possiamo studiarne la funzione in condizioni patologicamente molto rilevanti, come i tumori. Alla luce anche dei nostri risultati infatti emerge sempre di più come il cancro sia la conseguenza di un disturbo di identità della cellula che perde la sua impronta e acquisisce nuove proprietà in maniera molto simile a una riprogrammazione".

Molti dei meccanismi che portano una cellula differenziata a diventare staminale orchestrano anche la transizione da cellula normale a tumorale con sorprendenti analogie tra i due processi. "Ciò conferma ancora una volta il valore trasversale della ricerca di base che, con un approccio multidisciplinare basato sulla genomica, sulla biologia computazionale e sulla proteomica, ci ha portati a scoperte che aggiungono nuova conoscenza in aree della scienza apparentemente lontane, come la medicina rigenerativa e l'oncologia" riflettono gli scienziati "Inoltre, considerando che le attese rispetto a queste tematiche sono altissime, spesso anche superiori al reale stato dell'arte, le acquisizioni della ricerca di base risultano fondamentali, indispensabili per costruirci un quadro conoscitivo solido e affidabile".

La ricerca è stata realizzata grazie al supporto, fra gli altri, di Epigen, ERC, AIRC, Fondazione Giovanni Armenise/Harvard e del bando Giovani Ricercatori del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali che nell'anno 2008 ha selezionato e finanziato oltre cinquanta progetti di ricerca della durata di tre anni condotti da ricercatori under 40.

Polycomb, epigenetica e riprogrammazione

Tutte le cellule del nostro corpo, che siano del cervello, del cuore, dei muscoli o di qualsiasi altro organo, sono dotate dello stesso identico genoma eppure è evidente quanto siano differenti per forma e funzione. Cosa rende quindi così diverso un neurone da una cellula della pelle? Dei 25.000 geni presenti in ciascuna cellula solo un determinato gruppo è espresso mentre gli altri sono silenziati. Questo meccanismo selettivo avviene a livello epigenetico (dal greco "sopra i geni") ovvero tramite modifiche chimiche che governano l'espressione genica attivando o reprimendo determinati geni senza alterare la sequenza del DNA. Una delle modalità con cui avviene la regolazione epigenetica è la modificazione degli istoni, proteine che legano il DNA e permettono la formazione della cromatina. Numerose sono le modificazioni istoniche ad oggi individuate: metilazione, ubiquitinazione, acetilazione e fosforilazione. Considerate nell'insieme queste costituiscono una sorta di "chiave di lettura" del DNA che assegna ad ogni gene l'attributo acceso o spento. Diversi laboratori in tutto il mondo stanno cercando di decifrare il codice epigenetico della cellula e molti risultati sono già stati ottenuti attribuendo un significato funzionale alle diverse modificazioni chimiche identificate. Una di queste è la metilazione della lisina in posizione 27 dell'istone H3 (indicata come H3K27me) che determina un segnale di silenziamento.

Durante lo sviluppo embrionale quando le cellule staminali pluripotenti si differenziano per acquisire la forma e la funzione del tessuto che andranno a costituire, a livello degli istoni avvengono una serie di modificazioni epigenetiche che accendono i geni specifici per la funzione della cellula e spengono gli altri. A partire dal 2006, in laboratorio è possibile indurre anche il processo inverso: modificando l'espressione di alcuni geni una cellula somatica completamente differenziata può essere riportata indietro nel tempo fino ad acquisire nuovamente le caratteristiche della cellula staminale embrionale. Questo processo è detto "riprogrammazione" e ha aperto una nuova traiettoria nel campo della medicina rigenerativa. Le cellule staminali indotte IPS sono state a lungo esaminate per studiarne le caratteristiche, valutarne le potenzialità e, soprattutto, comprendere differenze e analogie con le staminali embrionali. Dal punto di vista epigenetico è emerso chiaramente che il segnale di silenziamento H3K27me è fondamentale per definire l'identità di queste cellule tanto da costituire l'impronta che distingue le staminali riprogrammate dalle cellule somatiche.

Chi trasferisce il segnale H3K27me sugli istoni? Si tratta di un complesso di proteine chiamato Polycomb, identificato per la prima volta negli anni '70 nel moscerino della frutta Drosophila melanogaster. Coinvolto nel differenziamento della cellula e nella trasformazione tumorale, il complesso Polycomb è stato recentemente chiamato in causa anche per il suo possibile ruolo nel processo di riprogrammazione. Con un approccio all'avanguardia, integrando indagini in vivo e in vitro con studi di genomica funzionale, proteomica e biologia computazionale, gli scienziati dell'IFOM e dello IEO hanno scoperto che il complesso Polycomb agisce come un interruttore di identità. Reprimendo contemporaneamente l'espressione di oltre 6000 geni, Polycomb cancella l'impronta della cellula somatica e permette l'acquisizione della nuova identità staminale. Inoltre studiando questo "interruttore molecolare" in un sistema in cui il cambio di identità è così evidente e profondo, come il passaggio da una cellula somatica a una staminale, i ricercatori hanno potuto fare ciò che in altri sistemi fino a questo momento era stato impossibile: arrivare a capire a livello molecolare come avviene questa transizione. Dai loro studi è emerso che solo un sottogruppo dei geni silenziati da Polycomb è effettivamente necessario per garantire la riprogrammazione: questi geni costituiscono il nucleo fondante dal quale si avvia tutto il processo. Questo nucleo è stato definito dagli stessi ricercatori il "core business" di Polycomb e sarà il punto di partenza per i prossimi studi.

Alterazioni dell'asse Polycomb sono frequentemente associate a condizioni patologiche nell'uomo. Dai tumori alle malattie genetiche, dalle malformazioni embrionali al ritardo mentale, sono moltissime le patologie caratterizzate da un forte squilibrio a livello del segnale H3K27me sugli istoni. La spiegazione è facile da intuire: Polycomb è un fattore epigenetico che controlla l'espressione di migliaia di geni, quando questo interruttore generale è difettoso l'effetto sulla cellula è inevitabilmente drammatico. I dati ottenuti con questo studio hanno quindi un valore conoscitivo rilevante non solo per la medicina rigenerativa ma anche per tutte quelle aree in cui si indagano gli effetti devastanti delle alterazioni in Polycomb: l'averne individuato il "core business" permetterà di orientare la ricerca, focalizzandola su un circoscritto set di target.
________________________
FONTE: Molecularlab

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COMMENTO PERSONALE:

Perche ho deciso di riportare questa notizia? Semplice, ho voluto prendere spunto da una notizia recente riguardante le cellule staminali per porre l'attenzione su di un gravissimo "attentato" al genere umano che si sta perseguendo da diversi mesi (o anni ?) ai danni dei migliaia di malati terminali, in gran parte bambini, che a causa della spietatezza di alcune grosse multinazionali farmaceutiche, che mirano a monopolizzare una cosa che non appartiene a loro, ma che potrebbe fruttare loro un potere oltre ogni immaginazione: quello della vita o della morte di migliaia di persone!

Sono esagerato? Io credo di no!
Faccio una ipotesi che fare ricadere su di me l'incazzatura di alcuni qui sul forum (ma va bene cosi, massimo rispetto per le critiche): un po di mesi fa, non ricordo dove sul forum, posi una domanda del genere:
"Secondo voi se si fosse scoperta la cura per il cancro e (ragionando per assurdo) questa cura proverrebbe dalle cellule staminali impiegate ad esempio con una semplice "curetta" di 10 iniezioni che costerebbero si e no 10 euri per esempio, questa cura sarebbe liberamente attuata?
Pensateci bene........

Perche tutto questo discorso? Vediamo prima coso sono le cellule staminali:


Le cellule staminali sono cellule presenti in ogni organismo. Si caratterizzano dalle altre perche' sono cellule non differenziate, o non specializzate, nel senso che non hanno ancora una funzione ben precisa all'interno dell'organismo stesso. Le staminali possono riprodursi in maniera pressoche' illimitata, dando vita contemporaneamente ad altre cellule staminali e a cellule precursori di una progenie cellulare destinata a differenziarsi e a dar vita a tessuti e organi, come i muscoli, il cuore, il fegato, le ossa ecc.
Le staminali possono essere totipotenti, quando danno luogo a tutti i tessuti, pluripotenti (o multipotenti), quando possono generarne solo alcuni, e unipotenti, quando danno vita solo ad un tipo di cellula.


Attualmente uno dei maggiori utilizzatori a scopo terapeutico in Italia delle staminali è il Prof. Davide Vannoni, il quale con grossi sforzi sta cercando di far capire (non c'è peggior sordo.......) allo Stato Italiano (e indirettamente al mondo intero, come tra l'altro fanno altre centinaia di suoi "onesti" colleghi) che dove le tradizionali cure nulla possono e non lasciano speranza fuorche la morte o il miracolo (ma il miracolo non lo contempliamo per ora poiche è sopra ogni comprensibile scienza medica ) le staminali possono dare una speranza.

In Italia questa speranza assume l'appellativo di "cure compassionevoli".
Bambini come Sofia, Roberta, Alessio ..... colti da malattie neuro degenerative terribili potrebbero vedere un po di luce da questo tipo di cure. Ma lo stato Italiano, detto molto francamente, le considera "vittime sacrificali". Perchè?

Semplice perchè se ci si accorge che poi la cura funziona, poi chi ci guadagna visto che questo tipo di terapia non ha costi mostruosi, che avrebbe, se tra la cura e il malato ci si interponessero le case farmaceutiche e anche lo stato?
Perche le staminali non sono cellule prodotte in laboratorio, ma sono cellule che produciamo noi stessi nel nostro corpo e quindi sono di nostra proprietà

Ma lo stato questo lo sa..... e anche le case farmaceutiche.

________________________________________________________________________________________________________________


Vi posto un'intervista al prof. Vannoni e come ultimo un video di un intervista che Giulio Golia (le iene) ha fatto allo stesso (ascoltate cosa lascia intendere a proposito del "business" che vogliono creare.....


Prof. Davide Vannoni, perché la Stamina Foundation?

La Stamina Foundation Onlus è una fondazione senza fini di lucro che ha come obiettivi quello di diffondere la conoscenza sulle cellule staminali e di promuovere le cure su diverse patologie per le quali sono già presenti in letteratura sperimentazioni accreditate sull'uomo.

La Stamina ha acquisito e mette a disposizione gratuitamente una metodica innovativa per il trattamento delle cellule staminali mesenchimali da stroma osseo, il know how non è però solo di tipo biologico, ma anche medico e si fonda sulle metodiche di somministrazione e di dosaggio delle cellule staminali in modo specifico in funzione della patologia e dello stato di salute del malato.

La Stamina Foundation non ha mai preso denaro da nessun paziente, è sempre stata finanziata dai soci e da associazioni amiche ed ha sempre messo a disposizione gratuita la propria metodica.

Ritengo personalmente e lo dichiariamo esplicitamente nel nostro sito che il futuro sia oggi e che i ritardi nell'applicare metodiche che potrebbero salvare la vita o migliorare nettamente lo stato di patologie senza cura a centinaia di migliaia di persone sia un insulto alla morale ed alla dignità umana.

Nel sito riportiamo il risultato di anni di raccolta di articoli scientifici accreditati sulle più importanti riviste internazionali che comprovano l'efficacia delle terapie con cellule staminali adulte ed in particolare con le cellule mesenchimali. Noi stessi abbiamo raccolto risultati su diversi pazienti trattati con le nostra metodica e certificati a livello medico.

La nostra battaglia, non priva degli ostacoli che incontra ogni forma di innovazione, è sempre sospinta dai risultati ottenuti.

Prof. Vannoni, lei è un professore di scienze cognitive che cosa centra con le cellule staminali?

Vede prima che essere uno scienziato cognitivo sono un ricercatore, la mia posizione universitaria non è però stato il primo motivo per l'interesse verso le staminali, in realtà prima di essere un promotore di questa conoscenza sono stato un paziente, un paziente soddisfatto dei risultati ottenuti. Il problema che mi sono posto dopo essere stato sottoposto ad ogni tipo di visita ed interventi per 6 anni è stato quello del perché avevo dovuto attraversare mezzo mondo per farmi curare ed ho quindi cercato di importare questa metodica.

Vorrei aggiungere che tra i miei interessi di ricerca vi sono gli aspetti cognitivi delle neuroscienze che approfondisco oramai da anni e che per la prima volta, grazie alla metodica di Stamina ho visto migliorare nettamente in pazienti affetti da gravissimi danni cerebrali.

Quale è la situazione in Italia rispetto alle cellule staminali adulte?

L'Italia è una paese strano, da un lato ha recepito la normativa europea che nasce da una battaglia tra trapiantatori e farmacologi in cui questi ultimi hanno avuto la meglio trasformando, di fatto, le cellule staminali in farmaci. Questo ha posto non pochi problemi, non si possono trattare delle cellule come se fossero delle molecole, ed infatti molte delle regole per la produzione dei farmaci sono incompatibili con la vita cellulare.

L'Italia, mentre era costretta a recepire questa assurda normativa europea ha, però, creato una via di fuga, il decreto Turco-Fazio (DM 56) che permette, per i casi compassionevoli, di non produrre le cellule in laboratori accreditati GMP (Good Manufacturing Practices) fino al 2011. Di fatto, però, questo decreto non viene applicato, impedendo, negli ospedali pubblici, l'accesso alle terapie a migliaia di malati gravissimi e costringendo chi vuole applicare cellule staminali a ricorrere a sotterfugi o escamotage evitando la lavorazione delle cellule per farle rientrare nell'ambito dei trapianti, oppure a violare la legge europea in funzione della scienza e coscienza che ogni medico deve poter esercitare per diritto e per morale nella sua professione.

Oggi quello che sto osservando è semplicemente una spartizione del potere dove "illustri scienziati" stanno occupando intere aree geografiche impendendo l'accesso ad altri indipendentemente dalla bontà della metodica che posseggono. Il futuro in questo caso diventa dopodomani quando la spartizione sarà conclusa sulla pelle dei malati. Con questo va però sottolineato che il nostro paese possiede ottimi ricercatori che seriamente stanno portando avanti la conoscenza di base su questo complesso e affascinante mondo delle cellule staminali.

Contro di lei e la Stamina Foundation è stata mossa una campagna mass mediatica nel mese di dicembre 2009 a qualcosa da commentare al riguardo?

Ciò che diversi giornalisti (non tutti) hanno scritto sotto dettatura degli inquirenti e senza controllare le informazioni non mi interessa più di tanto, mi fa pensare che i primi a non avere fiducia nella giustizia siano proprio coloro che dovrebbero amministrarla, se i processi avvengono prima che in tribunale sui giornali con l'esplicito obiettivo di rovinare la vita delle persone prima di averle giudicate, questo è un problema di altro genere a cui dovrebbe dare risposta un paese civile.

Prescindendo da questo che considero irrilevante rispetto al tema delle staminali, vorrei sottolineare che né io né la mia fondazione abbiamo mai speculato sui malati, alcuni di questi hanno pagato ad una azienda estera costi che sono serviti alla produzione cellulare (l'insieme dei costi per portare avanti una linea cellulare è di poco più di 15000 euro) propria e per altri pazienti a cui sono state prodotte le cellule gratuitamente.

Il poco avanzo (circa 6000 euro per paziente) sono serviti ad impiantare un laboratorio che avesse caratteristiche in linea con la normativa europea, ma in tutto questo la Stamina Foundation non centra nulla se non in quanto ha in concessione la metodica che è stata applicata con successo.

Per dare un'idea di quanto avvenuto immaginatevi questo: state passeggiando e raggiungete un incrocio dove vedete due scolaresche (circa 60 bambini) che stanno attraversando la strada ed un camion che a tutta velocità sta per investirli. Vi buttate in mezzo alla strada e ne riuscite a salvare più di 50. Vicino all'incrocio è presente un vigile che vi vuole multare perché avete attraversato con il giallo ed anzi chiama un suo amico giornalista che senza chiedervi nulla o approfondire l'accaduto così titola "Truffa internazionale ai danni del codice della strada".

Il consiglio implicito del giornalista è: "bambini, se vedete un camion che vi piomba addosso mentre attraversate, sdraiatevi sulle strisce pedonali ed aspettate immobili".

In sintesi quello che è successo: delle più di 50 persone salvate non interessa a nessuno tanto che hanno dovuto riunirsi in un comitato e combattere legalmente per riprendere le cure interrotte (comitato-staminali.it), senza pietà, dalla burocrazia ospedaliera.

Purtroppo la vita di ognuno di noi è piena di incroci, semafori e camion impazziti. Alla fine non vi preoccuperete di coloro che sono rimasti sul ciglio della strada ad osservare pur potendo intervenire, i conti li devono fare con la loro vigliaccheria e neppure di quelli che hanno provato a farvi lo sgambetto mentre correvate in soccorso, quello che conta sono i bambini che avete salvato e la vostra sfida è quella di raggiungere l'incrocio successivo, magari stavolta vi capiterà un semaforo verde.

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Questo è il video che vi suggerisco di vedere ed ascoltare cosi se non credete me, almeno crederete lui:
http://www.video.mediaset.it/video/iene ... inali.html


LE STAMINALI NON SONO FARMACI SU QUI POTER LUCRARE, SONO UN BENE DELL'UMANITA'
IO AUGURO A TUTTI QUELLI CHE FANNO FINTA DI NIENTE O CHE SONO IN PRIMA PERSONA DA OSTACOLO A TALI CURE, DI SOFFRIRE IN PRIMA PERSONA QUELLO CHE SOFFRONO MIGLIAIA DI PERSONE E BAMBINI CHE POTREBBERO ESSERE CURATE CON SEMPLICI ED ECONOMICHE CURE STAMINALI.

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#332 Messaggio da leggere da NickStick » lunedì 11 marzo 2013, 13:17

Desert, per favore non usare i colori che col "night panel" risulta tutto nero. Grazie... :guilty:
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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#333 Messaggio da leggere da desertstorm » lunedì 11 marzo 2013, 13:32

Ho rimesso il colore di serie :)

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#334 Messaggio da leggere da jpm » lunedì 11 marzo 2013, 21:01

Le staminali non sono farmaci.
Anche se capisco la rabbia, e approvo molto di quello che hai detto... mi sento di richiamare la tua attenzione su di un particolare che hai trascurato: l'effetto Salk.
Pensare che nessuno a questo mondo pensi ad altri che a se stessi è riduttivo nei confronti dell'umanità.
Se ciò corrispondesse a verità saremmo ancora cacciatori-raccoglitori.
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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#335 Messaggio da leggere da desertstorm » lunedì 11 marzo 2013, 21:07

Illuminami :)

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#336 Messaggio da leggere da jpm » lunedì 11 marzo 2013, 21:23

In effetti avrei dovuto parlare di effetto Salk-Sabin... i vaccini anti-polio... senza brevetti (o, a seconda delle fonti, brevettati a costo zero)... in pratica donati all'umanità.
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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#337 Messaggio da leggere da drillo65 » lunedì 11 marzo 2013, 22:52

Sabin rfiutò sempre di brevettare la sua scoperta, rinunciando allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche, affinchè il suo prezzo contenuto

ne garantisse una più vasta diffusione della cura:

« Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo » le sue parole.

Dalla realizzazione del suo diffusissimo vaccino anti-polio il filantropo Sabin non guadagnò quindi un solo dollaro, continuando a vivere con il suo stipendio di professore universitario
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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#338 Messaggio da leggere da NickStick » lunedì 11 marzo 2013, 23:45

Grazie Desert, letto tutto d'un fiato, interessantissimo.

... e video condiviso su FB.
:)
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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#339 Messaggio da leggere da palla » martedì 12 marzo 2013, 8:48

drillo65 ha scritto:Sabin rfiutò sempre di brevettare la sua scoperta, rinunciando allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche, affinchè il suo prezzo contenuto

ne garantisse una più vasta diffusione della cura:

« Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo » le sue parole.

Dalla realizzazione del suo diffusissimo vaccino anti-polio il filantropo Sabin non guadagnò quindi un solo dollaro, continuando a vivere con il suo stipendio di professore universitario
Personaggi di altri tempi e di alta levatura morale, purtroppo sempre piu' rari :sorry:

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Re: NEWS DAL MONDO DELLA MEDICINA

#340 Messaggio da leggere da drillo65 » giovedì 28 marzo 2013, 11:18

Scoperte oltre 70 varianti genetiche
legate al cancro



Aumentano il rischio di cancro al seno, alla prostata e alle ovaie

Cinque studi frutto di una maxi-ricerca internazionale, pubblicata Nature Genetics e su altre riviste scientifiche, rivoluzionano la conoscenza delle cause genetiche dei tumori legati agli ormoni. Gli articoli, che fanno parte del Collaborative Oncological Gene-environment Study (Cogs), sono descritti dagli stessi scienziati come una pietra miliare nella comprensione delle basi genetiche di tre big killer: il cancro del seno, quello delle ovaie e quello della prostata, diagnosticati ogni anno a oltre 2,5 milioni di persone nel mondo.
Si tratta di lavori che hanno coinvolto centinaia di ricercatori internazionali, e che hanno portato a identificare 74 nuove varianti genetiche che aumentano il rischio di cancro al seno, alla prostata e alle ovaie. Tre studi principali e altri sei lavori coordinati fanno il punto delle scoperte, ottenute dai ricercatori analizzando i campioni di Dna di oltre 100.000 persone colpite dal cancro e confrontandoli con quelli di persone sane. E se fra gli autori spiccano nomi come Duglas Easton dell’Università di Cambridge, Rosalind Eeles dell’Institute of Cancer Research del Surrey e Montserrat Garcia-Closas dello stesso istituto britannico, a tre di questi studi e ad altri tre pubblicati contemporaneamente sulle riviste American Journal of Human Genetics e PLoS Genetics hanno partecipato numerosi enti di ricerca italiani con il coordinamento di Paolo Radice, direttore della Struttura di Medicina predittiva: Basi molecolari, Rischio genetico e Test genetici dell’Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, che ha inoltre contribuito il 50% dei casi italiani studiati.
Questo maxi-studio, spiegano i ricercatori, potrebbe portare allo sviluppo di nuovi e più precisi metodi di screening mirati a individuare precocemente i soggetti a maggior rischio per lo sviluppo di questi tumori. Ma anche all’individuazione di nuovi “bersagli” per terapie mirate.
In Italia, l’Int di Milano è tra i pionieri nello studio dei determinanti genetici responsabili delle neoplasie familiari e nello studio dei geni che influenzano la predisposizione al cancro. Si tratta di un filone di ricerca iniziato presso il Dipartimento di Oncologia sperimentale nel 1995 - grazie a un finanziamento Airc - poi affiancato dalla creazione di una realtà clinica di consulenza genetica tra le prime in Italia e dedicata agli individui a rischio aumentato.
«Il nostro istituto - spiega Paolo Radice, direttore della struttura di Medicina Predittiva dell’Istituto nazionale dei tumori - ha partecipato agli studi sul tumore al seno. Negli ultimi 10-15 anni si è iniziato a usare dei test clinici che rilevano alcuni geni che identificano i pazienti a rischio, perché con mutazioni di origine familiare. Il 75-80% dei casi familiari di tumore risultano però negativi ai test, che non sempre riesce a identificare la mutazione responsabile». Ora, con questa scoperta, le possibilità di identificare i soggetti a rischio aumentano. «Ciascuna di queste nuove varianti - continua Radice - presa da sola comporta un piccolo aumento del rischio. Ma il loro effetto è cumulativo, e quindi se un individuo ne presenta almeno una dozzina, il suo rischio diventa elevato».
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